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- Scritto da Francesco Maffolini
La nascita del karate e la sua evoluzione storica è direttamente collegata con l'analisi politico-commerciale della vita dell'isola di Okinawa .
L'isola su cui ha preso forma questa arte marziale è infatti il fulcro delle radici di questa disciplina che inizialmente usufruisce dell'influenza cinese e poi si sviluppa sotto la denominazione giapponese.
L'arte marziale di Okinawa si è sviluppata come un'arte tenuta segreta, che per lungo tempo è stata il privilegio dei nobili prima di diffondersi ad altri strati della società, pur restando appannaggio di un numero ristretto di persone.
Nel secolo XV il Re delle Ryu-kyu, dopo aver elevato al rango di nobili gli antichi capi locali, proibisce di portare armi.
Dopo aver invaso il paese, nel secolo XVII, i signori giapponesi di Satsuma mantennero l'interdizione delle armi istituita dal re dellei Ryu-kyu un secolo e mezzo prima e giunsero a stabilire saldamente il loro dominio sull'isola. Integrato nel regime feudale giapponese, il sistema gerarchico delle Ryu-kyu diventò più rigido. Venne così stabilita una gerarchia interna che si diversificherà ancora in seguito: la classe dei nobili in tre gradi, vassalli e contadini in due gradi per classe.L'arte del combattimento a mano nuda praticata dalla nobiltà sembra aver avuto più che altro il senso di una manifestazione simbolica del suo rango. Tuttavia, nel corso dei secoli XVII e XVIII, i vassalli si impoverirono e una parte di questi si orientò per sopravvivere verso l'artigianato o il commercio, e infine verso l'agricoltura. Si manifestò quindi, una mobilità sociale tra la classe dei vassalli e quella dei contadini, malgrado la gerarchia complessa e rigida esistente nelle Ryu-kyu, possiamo pensare che con questa mobilità sociale, l'arte dei nobili a poco a poco abbia penetrato gli altri strati sociali; lo testimonierebbe la comparsa di termini come "mano( TE ) dei vassalli", "mano degli artigiani", "mano dei contadini", avendo il termine "mano" (te) il significato di arte o di tecnica.
In giapponese il termine bushi designava colui che apparteneva all'ordine dei guerrieri(samurai). A Okinawa, dove la struttura sociale era diversa, questo termine assunse il significato di adepto di Te, qualunque fosse la propria appartenenza di classe; di qui un certo numero di significati erronei nell'interpretazione dello status sociale degli adepti. Il termine shizoku designa in giapponese l'ordine dei guerrieri. Quando però si dice che maestri di karate come Ghighin Funakoshi, Anco Itosu, S.B. Matsumura ecc... appartenevano allo shizoku, il senso e differente. In effetti a Okinawa, dove non esisteva un equivalente dell'ordine dei guerrieri giapponese, la cultura dell'ordine più alto, la nobiltà, era diversa; e il termine shizoku, introdotto dopo il secolo XVII, designava l'ordine dei vassalli intermedi tra i nobili e i contadini. Poco per volta si formarono nei vari strati sociali delle reti di trasmissione esoterica dell'arte marziale. Questo dipendeva da una parte dal fatto che, da lunga data, quest'arte marziale veniva praticata segretamente nella cerchia ristretta dei nobili, dove era concepita come il segno di un privilegio, e dall'altra dal fatto che la dominazione di Satsuma controllava l'armamento della popolazione.L'arte cinese del combattimento ha avuto un ruolo d'importanza primaria nella formazione del karate. Di fatto, il karate non avrebbe preso questa forma senza il contatto con l'arte cinese del combattimento, anche se fossero esistite già da prima a Okinawa - cosa non certa - tecniche di combattimento sufficientemente elaborate per servire da base alla creazione di un'arte del combattimento. Dai documenti storici disponibili si deduce che l'arte cinese del combattimento è stata introdotta a Okinawa attraverso tre canali complementari
1. Il contributo dei viaggiatori dalla Cina.
2. La trasmissione da parte dei cinesi residenti nell'isola.
3. Alcuni abitanti di Okinawa che fecero il viaggio in Cina.